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Fuoco, pietre e vernice a Start-up Factory

By chronik on 8. November 2017

Berlino (Berlin), 8 novembre 2017

Tanto è già stato scritto su Amburgo. Tuttora dex compas sono in galera e dovrebbero pagare per i momenti fantastici nei quali finalmente potemmo rimandare al mittente la quotidiana violenza dello Stato e della società.

La questione che ci ponemmo e poniamo è: Come continuare…?

Vorremmo allacciare alla dinamica di Amburgo. Si è mostrato che tanta gente è disposta a scendere per strada per lottare contro la situazione imperante e, nel contempo, con gli spazi conquistati potemmo dimostrare che sono necessari.

Oltre alle discussioni, agli scritti, agli incontri, alle amicizie e a molti altri prodotti delle riunioni attorno al vertice G20 era centrale l’attacco da parte dex auto-organizzatx nei giorni prima, durante e dopo il vertice.

Mentre i nostri avversari sicuramente si preparano già per il prossimo colpo repressivo, noi dovremmo ampliare quel che abbiamo vissuto e forse anche appreso.

Mentre loro emettono ordini di perquisizione e chiudono le celle dex nostrx amicx ad Amburgo e altrove, mentre scrivono nuove leggi di sorveglianza, continuano ad appestare il clima, a sfruttare e affamare lx nostrx amicx in Sudamerica, in Africa e in Asia e dappertutto nel mondo, mentre distruggono i nostri quartieri, sgomberano le nostre case… dovremmo usare il tempo per passare al contrattacco.

Solo una cultura della resistenza ad ogni livello e in tutte le forme ci può dare la possibilità di rendere questa vita un po‘ più sopportabile e di creare delle prospettive che un bel giorno forse basteranno per una bella vita per tuttx.

Il centro di Berlino è quasi tutto svenduto. Oltre a centinaia di cd investitori che quando serve fanno i loro soldi con il bisogno di uno spazio abitativo, ora sono i “grandi” ad investire nella city di Belino. Google, Zalando e Co. arrivano e vorrebbero un pezzo della torta della „Smartcity“ berlinese.

Il favoreggiamento e l’insediamento della scena Start-up assume una grande importanza. Il sogno di moltx giovani di diventare ricchx e “indipendenti” con una buona idea è la Fatamorgana con la quale chi profitta veramente ci vuole prendere per i fondelli.

Eliminano lo spazio abitativo e insediano dei caffè cari, dei ristoranti di lusso e degli alberghi, erigono dei palazzi per uffici e fanno uffici commerciali dei terreni vuoti.

Sanno che possono tenere il proprio amato progetto solo proteggendolo con la Securitas e le pattuglie per la protezione degli obiettivi. Sono apprezzati solo da coloro che abitano lontano e ne approfittano oppure possono pagare il nuovo affitto vigente nel quartiere. Tuttx lx altrx ovviamente rappresentano un pericolo per la nuove facciata chic in vetro.

Non abbiamo nessuna voglia di vivere in una città lustrata al massimo come Londra, vogliamo mantenere le nostre case e amiamo i nostri terreni vuoti che spesso erano spazio vitale per le persone le più diverse.

Crediamo che le tecnologie devono aiutare la gente e non sfruttarla e vigilarla ed essere mezzo con lo scopo d’ottimizzare il profitto. Le facce di coloro che siedono nella metrò e guardano intontitx i loro telefonini sono l’espressione e l’immagine di una società che svuotata d’ogni senso rincorre i bisogni costruiti invece di avere l’amicizia, l’amore e delle cose in comune.

Si tratta di contrastare con determinazione questo mondo del lavoro, d'(auto)-sfruttamento e d’isolamento.
Ecco perché ci siamo messx insieme ad alcune persone per fare gli auguri alla nuova Start-up Factory a Berlino Treptow cogliendo l’occasione della sua apertura parziale, lanciando pietre, vernice e alcune molotov alla facciata e distribuendo dei liquidi puzzolenti in una parte della costruzione.

All’inizio le fiamme divamparono alte, purtroppo il fuoco si spense abbastanza in fretta. Anche noi ci sforziamo per ottimizzare i nostri processi tecnici….promesso!

Perché la Factory?

La Factory ha varie sedi a Berlino, il suo centro non ufficiale dall’estate 2014 in poi è il Start-up-Campus a Berlino nella Rheinsberger Str. 76/77. Dove si riuniscono Start-up e ditte affermate come la Deutsche Bank, Schaerffler, Telekom e tante altre.

Obiettivo della Factory è il rafforzamento del sito Start-up di Berlino. L’ambiente fondatore e la  Old Economy vogliono completarsi e meglio aggregarsi in rete. Le Start-up profittano delle imprese affermate in quanto esperienza, struttura e capitalizzazione e le imprese profittano in quanto innovazione, creatività e accelerazione.

La Factory-dependance nel parco di Görlitz nella Lohmühlenstr. 65 in quanto a dimensioni probabilmente supererà alla grande l’originale: la costruzione in mattoni s’estende su più di cinque piani e sui 14.000 metri quadri dovrebbero presto lavorare fino a mille creativx. „È il più grande club per Start-up in Europa“, dice il direttore di Factory, Lukas Kampfmann.

Ma chi fa la Factory non ha trovato l’edificio abbandonato, dopo l’acquisto l’anno scorso ci fu la revoca per circa 150 inquilinx che prima per tanti anni avevano affittato diversi laboratori e uffici. Hanno ricevuto la disdetta i più vari laboratori ed uffici collettivi, tra cui di grafica e traduzione, di scienza e uno studio collettivo in psicoterapia e anche un ristorante-scuola.

Dalla parte dell’investimento ritroviamo delle vecchie conoscenze come lo speculatore immobiliare Boris Gregor Marweld. Era amministratore del proprietario Marc Walter che nel 2005 partecipava in modo decisivo allo sgombero del progetto abitativo di sinistra Yorck59. Chi abitava il York59 fu ripetutamente tiranneggiatx con la parola d’ordine „le case a chi le può pagare!“ e questo chiarisce quali sono i suoi criteri principe – avere soldi oppure no. Marweld acquistava l’edificio nella Lohmühlenstrasse con la sua impresa »JoLo Berlin Liegenschafts-GmbH« per 23 milioni di Euro. La »JoLo GmbH« cambiava di nome dopo l’acquisto della Lohmühle in »L65 Grundbesitz GmbH«, amministratore non ne è più Marweld ma Stefan Klemm. Ma nella sua nuova homepage »Formac Consult Real Estate GmbH«, Marweld riporta la Lohmühle come »progetto attuale«.

Prospettiva

La nostra solidarietà va anche a chi in occasione del BlackFriday lotta contro lo sfruttamento da parte dell’impresa Amazon.

Partecipate in modo creativo alle proteste!

Alle istituzioni statali è chiaro che la nostra critica può diventare pericolosa per lo Stato. Il divieto di ‚linksunten.indymedia.org‘ ne è la diretta conseguenza statale in seguito ai successi nell’organizzarci ad Amburgo ed è pura e semplice censura dei nostri contenuti. Un video della nostra azione vuole essere un piccolo saluto caloroso e solidale ax nostrx compas colpitx dalla repressione statale e a chi è in carcere.

Stato, sbirri, investitori – Amazon, Google, Zalando & Co. – al diavolo tuttx!

Per la libertà!

Fonte: Indymedia, trad mc

 

Video:

https://chronik.blackblogs.org/wp-content/uploads/sites/109/2017/11/7fqbly8i.mp4

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